“GreeSkin” ha come obiettivo la produzione e commercializzazione di un materiale autoassemblante, eco-innovativo e bio-ispirato che si pone come alternativa alla pelle animale e sintetica.
Si tratta di un biopolimero nanostrutturato ottenuto dalla simbiosi di batteri e funghi, già presenti in prodotti alimentari. Al tatto e alla vista, i prodotti già realizzati sotto forma di prototipi sono paragonabili alla comune pelle.
Il processo produttivo della cellulosa batterica avviene in coltura acquosa arricchita di zuccheri ottenuti da scarti alimentari. I batteri diventano “fabbriche in miniatura” in grado di auto-assemblare il polimero utilizzando una bassa intensità di energia e materia ed un alto potenziale rigenerativo.
Il limite della igroscopicità della cellulosa batterica che la rende velocemente deperibile in acqua o in esposizione agli ambienti umidi è stato superato dai ricercatori mediante un trattamento di ingegneria superficiale che modifica le proprietà della cellulosa da superidrofilica ad idrofobica, perciò idrorepellente. La possibilità di funzionalizzare il biopolimero in base alle diverse esigenze del cliente renderà Green Skin un prodotto flessibile ed eco-innovativo a costi competitivi.
I settori di potenziale applicazione del biopolimero spaziano dall’abbigliamento al fashion design e si allargano all’automotive e al settore sanitario.
Gli ideatori Rossella Nisi, Antonio Licciulli, Mariangela Stoppa, Concetta Martucci e Pasquale Cretì, hanno sviluppato i primi prototipi di cellulosa batterica presso i laboratorio di Ingegneria Industriale della Cittadella della Ricerca dell’Università del Salento in collaborazione con BioDesArt e il CNR-IMM.