di Marco Capellini, CEO di Matrec.
Senza nessun indugio possiamo affermare che “il dado è tratto”. L’economia circolare, pur essendo una “startup”, identifica molto chiaramente il nuovo modello industriale a cui tutte le imprese devono convergere per sviluppare le strategie industriali dei prossimi anni. Materiali, prodotti e servizi si devono necessariamente, e direi obbligatoriamente, confrontare con i principi dell’economia circolare, per evitare di essere escluse da un mercato sempre più caratterizzato da valori di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il Parlamento Europeo ha avanzato una nuova proposta di obiettivi per l’Economia Circolare, con molta chiarezza e convinzione, chiede alla Commissione di accelerare nell’applicazione di regole e strumenti che favoriscano l’applicazione dei principi dell’eco-design a tutti i prodotti.
Obiettivi vincolanti per l’uso dei materiali, che coprano l’intero ciclo di vita di ciascuna categoria di prodotto immessa sul mercato dell’UE e l’introduzione nel 2021 di indicatori di circolarità armonizzati, comparabili e uniformi per l’impronta dei materiali e dei consumi. Inoltre obiettivi vincolanti specifici di prodotto per settore relativi al contenuto riciclato e progettati per essere riciclati.
Prodotti durevoli, riutilizzabili, che possano essere facilmente riparati, aggiornati e a fine vita riciclati, che non siano tossici, che abbiano contenuto di riciclato e siano efficienti in termini di risorse ed energia.
Il Parlamento europeo è fortemente deciso sulla sua proposta e c’è da credere che la Commissione non possa che accoglierla a braccia aperte.
E qui veniamo a noi, alla scelta dei materiali, alla progettazione ed alla misurazione della circolarità dei prodotti che sarà sempre più requisito essenziale per valutare l’uso efficiente delle risorse impiegate. Non ci dimentichiamo che la sola scelta del materiale non definisce la circolarità di un prodotto ma è necessario valutare tutto lo scenario della vita utile dello stesso con particolare attenzione alla gestione del fine vita. Se un materiale è riciclabile non vuol dire che poi venga effettivamente riciclato: qui sta la grande differenza tra fine vita potenziale e reale.