Regolamento Ecodesign (ESPR): JRC e Commissione tengono il passo. Di Marco Capellini

Regolamento Ecodesign (ESPR): JRC e Commissione tengono il passo. Di Marco Capellini

Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea ha pubblicato la versione finale della relazione sulle possibili nuove priorità dei prodotti da sviluppare nel quadro del regolamento sulla “progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili” (ESPR).

Da un elenco iniziale di 33 gruppi di prodotti, sono stati selezionati 18 prodotti (11 finali e 7 intermedi) in base a considerazioni ambientali, di mercato e politiche. I 18 gruppi di prodotti selezionati sono stati poi valutati in termini di rilevanza ambientale (ossia, impatti e potenziale di miglioramento) per 10 categorie di impatto che affrontano i principali obiettivi climatici, ambientali ed energetici dell’UE.
Il documento sottolinea che i risultati presentati non costituiscono decisioni definitive per la regolamentazione dei prodotti prioritari, ma confluiranno nelle future decisioni della Commissione sul piano di lavoro e sugli studi preparatori in vista dei prossimi Atti delegati.
Sappiamo per certo che tale relazione rappresenta la base per stabilire definitivamente i prodotti (o gruppi di prodotti), e le misure orizzontali che saranno incluse nel primo piano di lavoro del regolamento, la cui pubblicazione è prevista per aprile 2025.

Ma cosa è cambiato rispetto alla precedente versione del medesimo Report e quali requisiti ci dobbiamo aspettare?
Abbiamo svolto un’attenta analisi di confronto, andando a valutare le diverse categorie di prodotto per comprendere quali requisiti probabilmente ci dobbiamo aspettare con gli atti delegati. La nostra analisi ha tenuto inoltre in considerazione, sia indicazioni e chiarimenti che la stessa Commissione UE ha pubblicato lo scorso settembre con il documento “Frequently Asked Questions (FAQ)”, sia i requisiti di performance e di informazione già presenti in altri atti delegati.

Il quadro finale che ne è uscito è abbastanza chiaro, soprattutto per gruppi di prodotto come arredo, tessile, giocattoli, cosmetici, ferro e acciaio, alluminio e plastica dove i requisiti ambientali di prodotto sono già presenti in altri regolamenti e/o strumenti. Per altri prodotti o gruppi di prodotti sembra abbastanza chiaro che, dovendoci essere trasversalità nell’applicazione del regolamento per favorire/aiutare la comprensione del consumatore in fase di acquisto, ci aspettiamo una certa coerenza sia per quanto riguarda i requisiti di performance che per quelli di informazione.
Resta il fatto che le aziende devono iniziare ad attivarsi, sia per quanto riguarda il nuovo approccio di progettazione circolare richiesto dal regolamento, sia per la raccolta e gestione delle informazioni dalla filiera nell’attesa dell’applicazione del Digital Product Passport (DPP). Sottovalutare la portata di questo regolamento è un errore che le aziende non si possono permettere.

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